VIII.03 MISSING - SCOMPARSA

Scritto da: FranzJoseph
Spoiler per: tutta la stagione VII di BtVS
Rating: per tutti
Timeline: un anno e mezzo dopo “Chosen”; settembre 2005
Summary: Dove Buffy fa due chiacchiere con Angel, Giles fa due chiacchiere a casa di Xander, Kennedy ha un invito a cena e alla fine tutti hanno molto su cui riflettere.
Commenti: se volete scrivetemi a franzjoseph1@supereva.it
Disclaimer: I personaggi appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt la WB, ME, la UPN e la Fox. L'autore scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.

PROLOGO
Negli harem i sultani dormivano, e non solo, tra decine di femmine, si ricordava Xander: con loro lui aveva in comune solo il fatto che casa sua veniva periodicamente invasa da ragazze con cui puntualmente non succedeva niente. Dopo il culmine di tutte le potenziali del mondo adesso in casa aveva una Cacciatrice lesbica, una strega terrorizzata e una strega lesbica che non doveva essere lì.
Era incredibile come non appena avessero detto a Willow di stare per un po’ alla larga da Sunnydale lei ci si fosse precipitata, senza por tempo in mezzo, totalmente isterica per il terrore che Vigio arrivasse a Kennedy: era stata molto vaga su di lui e su cosa fosse realmente, aveva detto che prima voleva indagare per bene, ma aveva fatto capire che riteneva terribilmente pericoloso la sua presenza lì. Questo magari era strano se era vero che una volta proteggeva le Cacciatrici, ma a tali voci bisognava dare poco retta, come suggeriva Willow, poiché non si era mai fatto vedere a Sunnydale quando Buffy ne aveva bisogno.
In definitiva oltre alla posizione estrema delle due streghe, che lo vedevano giustamente come un terribile pericolo, c’era l’attendismo di Giles, che aveva deciso di trovare la verità nei suoi libri e nelle sue conoscenze, e il senso di fastidio di Kennedy, rivolto sia verso Willow e le sue eccessive e non richieste premure che verso questo misterioso e inopportuno figuro.
A Xander per qualche giorno dopo gli avvenimenti dell’Università era rimasta in testa la sensazione di aver già sentito parlare di questo Vigio l’Inclemente e più si sforzava a cercare di ricordarsi chi fosse più non riusciva a focalizzare chi o quando l’aveva nominato in sua presenza; poi una mattina, sveglio da poco, gli bastò alzare gli occhi verso il mobile della sala e tutto gli divenne chiaro, tutto era sempre stato davanti a lui ma, come in quel racconto di Poe, per questo era stato più difficile da scoprire. In tal modo quella mattina, la stessa dell’arrivo a sorpresa di Willow, Kennedy lo trovò piantato in mezzo al salotto, apparentemente a fissare il niente: in realtà Xander aveva appena avuto la certezza che era di Giles che dovevano diffidare, se non addirittura temere.
Da casa Summers Angel se n’era andato dopo una lunga e penosa discussione terminata non eccessivamente bene (ma neppure così male come temeva) a metà della notte, e dopo non molto si ricordò di essersi scordato di dirle una molto importante, ma non ebbe il coraggio di risalire; Buffy andò a buttarsi sul letto vestita, certa che non avrebbe preso sonno e che sarebbe rimasta sveglia a pensare, rigirarsi sulle coltri e a detestare Angel e Giles.
Non era la prima volta che le mentivano, ma mai avrebbe creduto che fossero riusciti a montare una tale cospirazione e un tale muro del silenzio intorno a lei: le venne in mente “X Files” e cercò di immaginarsi il suo Osservatore come l’Uomo Che Fuma e benché non c’entrassero gli alieni (almeno secondo Angel), benché non ci fosse molto da ridere, questa immagine le strappò un mezzo sorriso.
Essendo sabato mattina non aveva nessun motivo per uscire per cui poteva pensare e detestare ed immaginare quanto voleva, chiusa nella sua camera: più il tempo e le riflessioni passavano più non sapeva se essere maggiormente furente o stupefatta. Inoltre era anche molto curiosa ed indecisa, voleva e non voleva tornare a Sunnydale, voleva e non voleva conoscere questo Conte di San Germano, voleva e non voleva strangolarlo perché tutti quegli anni di ingerenze sommerse le avevano messo addosso una rabbia terribile, voleva e voleva ancora sapere cosa ci fosse dietro al suo agire. E al suo smisurato, assurdo (aggettivo che più lo qualificava), inspiegabile amore per lei.
Anche quel giorno Xander era tornato a casa dal lavoro stanco. Si era dimenticato come potesse essere impegnativa la convivenza con tante ragazze, sia per le loro abitudini –Willow si era depilata in vasca e si era dimenticata di sciacquare- che per i gusti alimentari –cucinare diveniva un’impresa- che per le sottili tensioni che si accumulavano ai vertici di quel triangolo: Kennedy trovava oppressiva Willow, che non si fidava ancora di Amy, che non tollerava le discussioni e i bisticci delle due innamorate.
Per fortuna non aveva comunicato loro la decisione di far parte della “nuova versione” della Gang: Xander immaginava benissimo quale sarebbe stata la reazione di Willow e non gli sembrava il caso di gettare benzina sul fuoco. Comunque adesso, mentre stava sdraiato sul divano a riposarsi, la casa era silenziosa e tranquilla: Kennedy era in camera sua a finire di studiare, le due streghe erano state mandate assieme a fare la spesa, soluzione che comportava alcune cose: nessuna discussione del genere “perché hai comprato questo, io volevo quell’altro” e un po’ di familiarizzazione forzata che certo non guastava. Inoltre, alle sei di pomeriggio, era improbabile che Vigio l’Inclemente cercasse di attaccare. Suonò il campanello e Xander si chiese perché mai quelle due non si fossero portate con sé le chiavi: stancamente e sbuffando si alzò dirigendosi verso la porta.
La voce di Willow che salutava lo svegliò e con un grugnito si destò dal divano, su cui si era evidentemente appisolato: torse un poco il busto per guardare le ragazze, con due buste della spesa a testa, e gli sfuggì qualcosa della situazione. Il suo ultimo ricordo era stato proprio quello di andargli ad aprire la porta, possibile che fossero uscite di nuovo, e per tornare al market ?
Amy gli cinguettò un saluto e proseguì per la cucina a posare il carico, Willow lo canzonò un poco per la sua sonnolenza fino a quando un urlo stridulo seguito da un gran fracasso, provenienti ambedue proprio dalla cucina, non li fece sobbalzare entrambi: in un attimo avevano già raggiunto Amy.
Sul pianale troneggiava un grazioso ed ampio cesto di vimini, da cui fuoriuscivano, tra la paglia disposta ad arte, una bottiglia di vino, un trancio di salmone e una pernice, ovviamente morta; gentilmente posata e in bella vista c’era una busta color perla in carta fatta a mano (loro non lo sapevano), raffinatezza da intenditori. Mancava una grossa insegna al neon recente la scritta “Dono di Vigio” ma era come se ci fosse: quella composizione, quella natura morta nella cucina esprimeva da ogni oggetto, da ogni filo di paglia, da ogni angolazione, chi fosse l’anima gentile che si era permesso di fare arrivare il dono.
Il sangue ai tre giovani si gelò nelle vene e la voce in gola e per qualche secondo rimasero fissi, sulla soglia della cucina, con la spesa per terra, ammutoliti a guardare quell’avvertimento, foriero di certo di cattive notizie. A fatica e a mezza voce Xander si domandò quando e come fosse entrato, poi si ricordò del campanello e, non sentendosi oggetto di caccia come le due streghe, pensò alla quarta abitante dell’appartamento, che non era neppure uscita dalla propria camera nonostante l’urlo di Amy.
Titubante si girò verso la vecchia amica, pallida come un cencio e immobile come una statua, e cercò un modo per esprimere i propri timori senza causare urla o distruzioni del mondo: bastò guardarla negli occhi per capire che ambedue avevano pensato e paventato la stessa cosa e rimasero a fissarsi per qualche secondo, incapaci di esprimere le proprie paure.
A questo ci pensò Amy, avvinghiatasi al braccio di Xander, che con un filo di voce –anche lei aveva compreso- domandò dove fosse Kennedy: meccanicamente il ragazzo si staccò da loro due e con passo incerto percorse i due metri scarsi che lo separavano da quell’oggeto tanto grazioso eppur tanto doloroso alla vista e lentamente afferrò la busta, leggera e lievemente ruvida al tatto.
La solita grafia e il solito inchiostro seppia per il destinatario “Al Signor / Alexander La Velle Harris” e ovviamente non guardò il mittente, perché non c’erano dubbi; benché fosse totalmente fuori luogo, una piccola parte del suo timore svanì al pensiero che qualcosa di simile gli era arrivato come ringraziamento per la distruzione al Golem e che, a sentire Giles, era amico delle … Già, Giles, come se ci si potesse ancora fidare di lui: era sicuramente coinvolto e se fosse capitato qualcosa di sgradevole a quella ragazza allora gli avrebbe piantato in testa i due candelabri: quell’inglese avrebbe dovuto temere più la sua ira che quella di Willow.
Aprì la busta e lesse una prima volta il messaggio e poi si fece coraggio e, senza avere la forza di girarsi verso le due ragazze, lo rilesse ad alta voce. “”Signor Harris, vogliate gradire questo dono, piccola riparazione al comportamento che sono stato obbligato a tenere verso di Voi. Necessitando di avere un incontro con la Cacciatrice residente in casa Vostra, e certo degli ostacoli che mi sarebbero stati posti da un’altra persona che vive con Voi, mi sono sentito costretto ad usare artifizi magici per addormentare Voi e Lei, in modo che non Vi opponeste. La Cacciatrice sarà mia gradita ospite per cena e tornerà a casa Vostra domani mattina, dopo aver trascorso la notte ed aver fatto colazione sotto il mio tetto. AssicurandoVi che sarà trattata con tutti gli onori dovuti alla Sua missione vogliate scusarmi ancora per l’intrusione in casa Vostra. Sinceramente C. di San Germano”“
Era probabilmente la più cerimoniosa e con maggior abbondanza di maiuscole notifica di un rapimento avvenuto che fosse mai stata scritta in tutta la California e, forse, negli Stati Uniti, pensò Xander che, senza capire per quale motivo, si sentiva vagamente rasserenato: se avesse voluto fare del male a Kennedy non avrebbe perso tempo a scrivere un biglietto così formale; peccato che Willow non si sarebbe accontentata di questo ragionamento.
“Non sembra minaccioso.” sussurrò Amy e Xander finalmente si girò verso di loro, in tempo per vedere lo sguardo che Willow rivolse alla ragazza: non c’era dubbio, se non avessero inventato un diversivo entro pochissimo in quella cucina ci sarebbe stata una strega molto potente e molto arrabbiata, con tutte le conseguenze del caso e lui non sapeva se sarebbe riuscito a salvare il mondo un’altra volta.
Fu Amy a sbloccare la situazione, dicendo che sarebbe andata subito a telefonare a Giles e a questo nome non seppe trattenere un gesto di stizza: il pugno sul pianale fece tintinnare anche la bottiglia di Tocai e girare le due ragazze, che pensarono fosse solo un modo per scaricare la tensione, come quando aveva sfondato il tramezzo della camera al Campus il giorno della morte di Joyce.
Xander sapeva quello che sarebbe toccato all’Osservatore quando sarebbe venuta fuori quel poco di verità che già lui stesso sapeva, o meglio, intuiva, ma ciò non gli mosse il cuore: era il momento di definire con chi stava Giles e cosa voleva questo Vigio, se era venuto fin lì per creare problemi oppure semplicemente, se doveva solo imparare come si tratta con le persone. Insomma, se avevano ragione le storie su di lui oppure quello che gli raccontava Anya.

ATTO I
Giles arrivò a casa loro veloce come il fulmine e bianco come il marmo: Amy, ancora scossa, se ne stava sbattuta e tremante sul divano mentre Xander, visibilmente furioso e rabbioso, lo accolse con uno sguardo feroce. Ma quella che faceva più paura era Willow, che dalla tensione tremava ed era scossa da singulti nervosi: tra poco sarebbe esplosa e ciò voleva dire capelli ed occhi neri, tentativi di distruzione ed infine … la morte. Quel demonio incarnato (magari lo fosse stato, pensò rabbiosamente Giles) agiva a carte scoperte: provocarla, creare il casus belli, farla reagire in modo spropositato per poterla finalmente uccidere, come voleva fare da più di due anni. Ma a costo di rischiare in prima persona lo avrebbe impedito, le avrebbe svelato la trappola e … poi sarebbe stato quello che la Sorte avrebbe voluto: era il momento di non pensare più a sé stesso, di rompere gli indugi e l’antico patto di menzogne che lo legava a quel malefico folle. Cioè di suicidarsi, considerata la stima e l’affetto che Vigio nutriva per lui e per quello che faceva ai collaboratori che tradivano: Angel si era salvato, ma solo per un secolo di amicizia e … per non dispiacere a Buffy. Lei, certo: forse il suo legame con Buffy sarebbe stato ancora una volta l’unica possibilità di salvezza che aveva, oltre al fatto che finalmente, per chissà quale assurda ragione, Vigio aveva deciso di manifestarsi per cui, parlando, Giles si convinse che al massimo gli avrebbe rovinato l’entrata in scena rivelando loro tutti i retroscena di quegli anni; comunque grave peccato agli occhi di quel teatrale spocchioso isterico mezzo francese.
“Ti sei domandata come ti abbia trovata ?” le chiese Angel e Buffy pensò che non era quella la cosa strana su cui avesse voglia di porsi delle domande “L’indirizzo mi è stato dato un nostro vecchio e comune … da una persona che ti vuole molto bene.” Lei alzò appena un sopracciglio, segno di moderatissimo stupore, e mormorò il nome di Giles. “Esatto: quando ho saputo che era tornato a Sunnydale-” Buffy quasi scattò in piedi dalla poltrona, finalmente sapeva dov’era l’Osservatore, finalmente poteva chiedergli informazioni su tutti questi suoi presunti colleghi che avvicinavano le Cacciatrici, finalmente … ma cosa ci faceva a Sunnydale ? Ora che iniziava la storia, pensò Angel, bisognava sperare lei si sarebbe mantenuta calma e lo avrebbe fatto parlare senza troppe interruzioni. E insulti. “È stato … convocato in America per … per osservare, forse Kennedy, questo non lo so ancora.” Nel parlare andava quasi a tentoni, si interrompeva ed era a disagio come mai lei l’aveva visto: si torceva le mani, girava lo sguardo da lei alla lampada al divano alla parete di nuovo a lei alle proprie mani, trasmettendole ansia. “Partiamo dall’inizio, forse è meglio. Tu sai niente di Vigio l’Inclemente ?” Nel nominarglielo per la prima volta fu come se un pesante peso se ne fosse andato dalla sua coscienza ed ebbe l’impressione, ora che il tappo era stato tolto, che tutta la strada sarebbe stata in discesa e le parole gli sarebbero fluite senza intoppi e reticenze; ovviamente Buffy scosse la testa, ignara di chi fosse.
I tre ragazzi lo guardarono: avevano visto accadere molte cose ma Giles che comunica di conoscere Vigio l’Inclemente, di sapere cosa faccia lì in America, di sapere per quale motivo Kennedy è al sicuro e Willow in pericolo e di essere a conoscenza di come, in tutti quegli anni, egli abbia vegliato sulla Cacciatrice che ama e sia stato dietro le loro vite, era decisamente troppo; e tutto assieme per giunta ! Amy non capì subito e rimase sconcertata mentre Willow stava per esplodere in preda alla furia, con tutto ciò che ne conseguiva, ma bastò la mano di Xander sulla sua spalla e la decisa ed autoritaria sicurezza della sua voce per impedirle di trasformarsi in qualcosa di terribile. “Parli allora, e dica tutto.” Egli sapeva che Giles sapeva: se non avesse fatto spontaneamente quella rivelazione sarebbe andato a prendere i candelabri d’argento che aveva in salotto e, a costo di piantarglieli in testa, lo avrebbe fatto parlare. “La prima azione a lui ascrivibile è del febbraio o marzo del 1569 in Francia. Escludo però sia un fantasma.” Giles anche sotto tensione riusciva ad essere didascalico. “A parte che è un gentile vecchietto le informazioni sulla sua natura sono un po’ pochine. Da lei mi aspettavo qualcosa di più, che so, il numero di scarpe o il film preferito.” “Xander sappi che Vigio ha sistematicamente occultato tutti i documenti sulla sua identità e buona parte delle notizie di cui disponiamo probabilmente le ha dettate esso stesso così da confondere le acque.” “Vabbè, è un tipo molto riservato.” “Da secoli uccide demoni e vampiri, principalmente. E gli strappa i denti per poi rivenderli. “ “E come può farlo ? Appena ne uccidi uno quello diventa polvere.” “È questo il punto, Amy. Quello glieli strappa dalla bocca quando sono ancora vivi. E poi li lega in giardino e aspetta l’alba per godersi lo spettacolo che seguirà.” Questo particolare rivelato da Willow scura in volto turbò profondamente l’altra strega, che si rivolse a Giles sperando ridimensionasse i particolari macabri. Invano. “In una Notte di San Vigio del 1569 catturò, non so come, svariati vampiri e li legò a distanza regolare dal castello in cui abitava fino al vicino villaggio, poi imbandì la colazione su un tavolo al centro della piazza del paese e attese l’alba: è da quel giorno che i vampiri lo chiamano Vigio l’Inclemente. Quanto ai denti è tutto vero: guardate.” Estrasse dal taschino della giacca un pendaglio a forma di croce che poggiò delicatamente sul tavolinetto davanti il divano: ai ragazzi bastò poco per rendersi conto che la croce era composta da una legatura d’oro che teneva assieme quattro lunghi ed aguzzi denti, apparentemente canini. Erano abituati a vedere cose ben peggiori ma quel piccolo oggetto di oreficeria mise loro addosso i brividi e gli fece immaginare la feroce scena di un vampiro legato ben stretto, il volto terribile della caccia, e qualcuno vicino che, sicuramente senza anestesia, ha il sangue freddo di strappargli i canini; Willow pensò a “Il maratoneta” e subito, per lei, l’Inclemente assunse il viso e i tratti di Sir Laurence Olivier, anche se un vampiro somigliante a Dustin Hoffman era poco verosimile. “È stato lui a regalarglielo ?” chiese titubante Amy all’Osservatore che, non avendo oramai molto da perdere, le illustrò una simpatica tradizione familiare: lo aveva comprato sua nonna, Osservatrice, nel 1924, che lo aveva regalato a suo padre, Osservatore, nel 1957, che lo aveva regalato a lui. “Che famiglia unita i Giles.” sospirò, ironico come non mai, Xander.
Buffy era allibita: considerava normale uccidere vampiri, magari accettabile avere una mano pesante, ma venderne le parti, usarle per ricavarci denaro era semplicemente disgustoso ed immorale, anche. Angel, che ne conosceva il sovrano cinismo, pensava egli avrebbe riso di una tale osservazione e cercò di far capire a Buffy il punto di vista del Conte. “Deve pur mangiare, bere, vestirsi, avere alloggio ed armi. Inoltre spesso destinava parte dei suoi favolosi guadagni a chi ne aveva bisogno: credo abbia finanziato la costruzione e il restauro di Cattedrali, e anche le famiglie delle Cacciatrici, qualche volta.” Ma Buffy, permeata di buoni e regolari sentimenti, degni di una giovane americana con la testa sulle spalle, non si dimostrò affatto elastica e fece anche dell’ironia: doveva essere generoso quanto distratto visto che a lei e a sua sorella non era mai arrivato neppure un centesimo. Ma si sbagliava: Angel sapeva per certo che spesso aveva fatto acquisti alla galleria d’arte di Joyce, pur detestando l’arte tribale, e che quando aveva saputo dei loro guai finanziari gli aveva fatto pervenire una grossa cifra tramite eredità. A Buffy fu come se si fosse illuminata una lampadina in testa: era sempre stata sicura di non avere vecchie zie centenarie nella Carolina e ora finalmente sapeva di avere ragione, e Dawn torto; la sarebbe andata subito a svegliare per farglielo presente (la loro parentela con la misteriosa Miss Edvige Summers era stata fonte di accese discussioni tra le sorelle) ma si limitò a fare un commento poco gradevole. “Sanguinario ma gentile. Certo, se si fosse fatto vivo prima, magari contro Glory o il The First, non sarebbe stata una cattiva idea. Comunque apprezzo il suo affetto per me.” Angel era stato troppo ottimista, la strada non era affatto tutta in discesa, anzi, ora che si arrivava al “personale” iniziavano i veri problemi, ma bisognava farsi coraggio e affrontare con calma e serenità, per quanto possibile, i fatti e le colpe.
“Vigio l’Inclemente collabora con il Consiglio degli Osservatori dal XVII secolo: si misero in contatto con lui perché, dopo le Cacciatrici, era il miglior baluardo contro vampiri e demoni. In un primo tempo si dedicò a distruggerli in tutto il regno di Francia e Navarra, poi iniziò a girare per l’Europa contattato da questo o quel principe dopo essere andato in missione a Firenze ai primi del Seicento: fu allora che la sua fama si diffuse tra le corti.” Giles, seduto composto sul divano, stava dando il meglio di sé, così serio, compassato, professionale mentre il tarlo della vergogna e della paura gli rodeva l’animo e un sottile senso di liberazione iniziava a spirargli nel petto: aveva rimandato questo discorso per circa nove anni, ma finalmente riusciva a farlo. Amy, oramai calma, gli era seduta a fianco e pendeva dalle sue labbra, avendolo sempre ritenuto un uomo affascinante; Willow, torva ed ostile, stava sulla poltrona davanti a lui apparentemente più pacifica, ma bastava osservare come la sua mano destra artigliasse il bracciolo per capire che era solo ad un passo dall’esplosione; Xander, in piedi appoggiato ad un mobile a vetri, era silenzioso e gelido come un Inquisitore ed era lui, più delle altre, che Giles temeva.
Buffy lo ascoltava un po’ distratta: se Angel la prendeva tanto alla larga c’era sicuramente un motivo, ma non riusciva a trovare il nesso tra questo dentista sanguinario e generoso, Giles a Sunnydale e la visibile preoccupazione di Angel; sapeva, anzi, si sentiva solo che quella conversazione avrebbe portato molte conseguenze. “Vigio, come lo chiamano i demoni, perché nell’alta società ci si riferisce a lui con il titolo di Conte di San Germano, era ed è un ottimo combattente, molto esperto in magie e soprattutto ha una caratteristica che lo rende molto temuto.” “Parcelle alte per estrazioni, otturazioni e ponti ?” Angel sorrise lieto, la battuta gli era piaciuta e soprattutto gli ricordava di una vampira che lo definì “il primo dentista d’Europa”. “La crudeltà, Buffy, la crudeltà. Strappare i denti senza anestesia è qualcosa di piacevole rispetto a quello che sa fare. Si dice conosca trecentotrentatre modi per torturare gli appartenenti al mondo demoniaco, e non si tira indietro se lo deve fare: le leggende su di lui e su cosa sia capace di fare vengono raccontate ai childe troppo intraprendenti perché siano più discreti e circospetti nelle loro azioni. I demoni e i vampiri, pur detestandolo, lo stimano perché lo ritengono un loro pari e lo temono perché sanno che sa essere più malvagio di molti di loro. Dovrebbe avere estinto cinque o sei razze di demoni e si racconta che dopo una battaglia in Moravia si cibò pubblicamente, davanti ai pochi superstiti, del cuore del condottiero nemico e poi lasciò andare i feriti perché dicessero per tutto il globo cosa fa Vigio a chi tradisce i patti. Angelus stesso lo temeva e preferiva non incontrarlo.” Non era più tempo di ridere: Buffy aveva gli occhi sgranati dal disgusto e dall’orrore e brividi per quello che sentiva: la storia del cuore le aveva stretto lo stomaco e l’idea di essere stata beneficiata da un essere simile la metteva in imbarazzo e a disagio ed Angel, che voleva dipingerlo al meglio possibile, capì che doveva correggere il tiro. “Ma molte sono leggende, magari messe in giro proprio da lui: secondo me i metodi per torturare che conosce sono molti meno e ho anche dubbi sulla fondatezza dell’episodio del cuore. Non che non ne sia capace ma il suo commento sull’episodio: “Sembrava di mangiare mozzarella, ma invece che latte grondava sangue” … Insomma, il cuore al palato ha quel gusto che ...” Angel comprese che forse l’ultima parte del commento poteva anche tenersela per sé, mentre Buffy lo fissava con gli occhi e la bocca spalancati, gelata in una smorfia di puro orrore e d’improvviso rimase intimidito, temendo di essersi lasciato troppo andare ai ricordi; rimase in silenzio, a guardarla aspettando dicesse qualcosa. Attese per un periodo, breve, che gli parve lunghissimo. “Voi vi conoscete ? Parlate di … queste cose ? Sei in confidenza con un mostro simile ?” “Eravamo amici.”

ATTO II
“Vi siete mai chiesti come Angel sia arrivato a Sunnydale, perché abbia voluto mettersi al fianco di Buffy ?” “Per poi mettercisi sopra, credevo.” chiosò con ferocia e odio Xander, a cui il ricordo di Angel non poteva che peggiorare l’umore: Amy dalla rivelazione rimase sorpresa, Willow dal volgare commento stupita, Giles soprassedette. “È dopo la rivolta dei Boxer, Pechino 1900, che Angel abbandona definitivamente la vita di sangue e morte che divideva con Darla, Drusilla, Spike e altri vampiri: due anni dopo fugge negli Stati Uniti, sicuro che nessuno lo cercherà. Si sbagliava.” “Come si può rinunciare a così gradevole compagnia ?” si domandò retorico Xander, che stava sublimando la propria rabbia in sarcasmo. “Era un vampiro terribile e sanguinario prima, adesso un vampiro con l’anima e mille scrupoli e rimorsi: se prima Vigio l’Inclemente lo voleva morto, adesso … lo voleva aiutare. Voleva che espiasse tutte le sue colpe, che conducesse una vita retta ed esemplare per compensare i secoli di morte che aveva alle spalle: queste idee sono molto caratteristiche di quel folle francese, ricordatevelo. Delitto e castigo, peccato ed espiazione, colpa e penitenza, tutti binomi trionfanti nella sua bigotta e distorta morale. Poiché l’anima in un vampiro lo porta sull’orlo della follia, lo lacera dentro-” “Sì, abbiamo presente, non si dilunghi in particolari che non ci interessano.” Giles sospirò e riprese il discorso, lieto di essere maltrattato solo a parole. “San Germano lo curò, gli ridiede sicurezza e stabilità ed inoltre lo impiegò per alcune sue missioni, diciamo che lo prese come scudiero: anche se pare incredibile credo divennero amici, o qualcosa del genere perché dubito Vigio conosca tale sentimento.”
Angel sorrideva indugiando in questi ricordi: quegli anni erano stati magnifici, i primi dedicati alla propria redenzione, trascorsi nell’alta società (gli aveva fatto conoscere quasi tutte le Corti) e divertendosi moltissimo. Il Conte aveva curato e potenziato la sua preparazione intellettuale con metodi magari massicci ma efficaci, come imparare il russo leggendo Dostoevskij o conoscere le arti passando giornate intere, dal tramonto all’alba, al Louvre o nei Musei Vaticani, e non aveva tralasciato di erudirlo sul terribile protocollo spagnolo vigente a Vienna e a Madrid, sull’etichetta di Potsdam, Tsarkoie Selo e Sandringham. Si erano incontrati la prima volta a Le Havre, dov’era sbarcato dagli Stati Uniti, e poi lo aveva seguito nei suoi peregrinaggi in Europa: in due anni scarsi lo aveva portato dai Trappisti a Roma dove aveva fatto esercizi spirituali per giungere a un po’ di stabilità interiore e dopo per lo stesso motivo sul Monte Athos, e poi Bucarest, Budapest, Vienna, Monaco, Parigi, Londra e infine a casa, a Galway. A Buffy parve si commuovesse nel narrarle questi ricordi, nel cercare di descriverle cosa gli era parso e cosa aveva provato nel tornare dopo un secolo e mezzo nel paese in cui era nato, cresciuto e morto: per la prima volta da che si conoscevano lui le parlava dell’Irlanda, delle sue memorie d’essa e dei suoi paesaggi e Buffy pensò che doveva essere molto affezionato a questo San Germano se aveva su di lui l’effetto di lasciarlo andare così tanto ai ricordi.
“Nel 1905 sono a San Pietroburgo, allora capitale dell’Impero Russo, e succede qualcosa di capitale importanza per la vita di Buffy, almeno secondo me.” “Finalmente qualche parola che comprendo e che mi interessa.” mormorò Xander, sempre in piedi con atteggiamento inquisitorio. “Vigio si innamorò perdutamente della Cacciatrice di allora, Caterina Ivanovna Daskova.” Willow chiese con gentilezza da quando simili mostri riescano ad innamorarsi, giacchè ciò presuppone avere un cuore, e Giles con una smorfia di disgusto osservò che quel figuro è sempre pieno di sorprese. “Purtroppo lei lo respinse perché innamorata di un altro. Di un vampiro.” Giles tacque e cercò di non ricordare cosa uscì dalla bocca di Vigio quando seppe che il suo fidato Angel aveva una relazione con la sua prediletta Anne, ma non ci riuscì perché tuttora talvolta si sognava le terribili torture minacciategli se non fosse riuscito ad impedire che Angelus nocesse a Buffy. “E cosa le disse Vigio quando seppe che Angel aveva perso l’anima a causa di… Buffy ?” domandò con inopportuna crudeltà Xander. “Che avevo due strade davanti a me: o rischiare di essere torturato ed ucciso da Angelus mentre cercavo di riparare al danno che avevo permesso, oppure chiamarlo in aiuto qui a Sunnydale e poi essere torturato e ucciso da lui stesso.” condensò Giles. “Cioè lei ci ha fatto lottare e rischiare la vita, ha fatto morire la signorina Calender-” “Per non avere Vigio tra noi e salvarmi: sì Xander, grazie per avermi sbattuto in faccia il rimorso che mi accompagnerà fino alla tomba. Sai che si dice conosca novantanove modi per torturare un essere umano ? Comunque Caterina Ivanovna cedette alla corte del vampiro e mentre quello la faceva sua gli altri vampiri, favoriti da tumulti politici scoppiati in città, compirono una strage. E alla fine lei fu uccisa e vampirizzata.”
“Non sai quello che lui provò, il dolore che sentì, non l’ho mai più visto così sconvolto, credo che una tale rabbia e disperazione l’abbia raggiunta solo quando … Angelus tornò.” Angel si era rabbuiato perché tra le colpe del periodo di Sunnydale, oltre a tutte le morti che aveva provocato come Angelus, non poteva non imputarsi il tradimento della fiducia di Vigio e sapeva, considerato l’alto senso dell’onore e della parola data che aveva quell’antico cavaliere, che colpe simili non sarebbero mai state perdonate ma solo espiate per sempre. Era stata la fine di una bella amicizia e l’inizio della fastidiosa, perdurante ed odiosa sensazione di essere sempre sotto controllo: dal giorno, dopo il suo ritorno dalle eterne sofferenze, in cui tornando a casa lo aveva trovato assiso come un giudice sulla poltrona della sala aveva capito che avrebbe dovuto aspettarsi, ora e sempre, di trovarlo all’improvviso davanti a sé a chiedergli conto delle sue azioni. “Comunqe quel giorno, a San Pietroburgo, io ne ebbi così tanta paura che pensai avrebbe ucciso anche me, benchè avessi l’anima. Era distrutto, non ho parole per descrivertelo.” Buffy si domandò subito perché non aveva mai sentito parlare di questa Cacciatrice, e subito si rispose che forse, nei convulsi anni della sua adolescenza, era stato meglio così: sentiva tutte le Cacciatrici come sorelle ma quella un po’ di più, anche se non l’aveva conosciuta, tutte e due erano state tradite nel modo più doloroso dalla natura di chi amavano oltre la ragione. Ebbe pietà per quell’uomo, o cosa fosse in realtà, Vigio: provò a immaginarsi il dolore atroce che provò ma subito la mente le andò al proprio passato, al ritorno di Angelus, e capì, senza bisogno che Angel dicesse nulla, perché parlasse al passato della loro amicizia. “Passò una settimana come un pazzo, quasi senza dormire, coperto di sangue, sudore e pieno di vodka e caffè per tenersi su. Poi un giorno lo vidi rientrare e mi disse semplicemente: “Adesso San Pietroburgo ha una sola vampira e un solo vampiro”. Era vero, io e Caterina eravamo gli unici due rimasti in tutta la città e i sobborghi: io nel suo palazzo e lei segregata in un monastero: era resuscitata già lì, dove le monache cercarono di prendersi cura di lei e di fare in modo che il suo demone non emergesse troppo. Nell’anno seguente mi lasciò a vegliare sulla città e andò in Romania, comprò o estorse dagli zingari la formula per ridarle l’anima, tornò, la portò in un sicuro monastero in Carelia e compì la magia, che fu poco dolorosa perché non era mai stata … malvagia: lui le insegnò a gestire quella nuova natura, fu il suo “sire” in un certo senso, e poi, con il cuore a pezzi, la lasciò alla sua nuova vita. Da allora Caterina si divide tra la Finlandia, Lettonia, Estonia e Lituania: la chiamano “la Regina del Baltico” ed è da quasi un secolo la prima ed unica Cacciatrice vampiro; e credo lui l’ami sempre.”
“Sembra la storia di Buffy … con particolari più sanguinosi e cruenti.” osservò Willow, all’oscuro di questa parte della vita di Vigio: lei sapeva solo di massacri, sventramenti e spedizioni punitive. “Almeno lei non è diventata un vampiro !” aggiunse Amy sorridendo, lieta di avere trovato una cosa positiva in tutta questa storia: questa ultima parte, così dolce e romantica, le stonava un po’ con quello che sapeva dell’Inclemente ma lo metteva sotto una luce migliore. “Buffy sa di questa Cacciatrice ?” chiese Xander, attento ed interessato. “No, Vigio mi ordinò di tacere perché credeva che tutta questa storia l’avrebbe confusa ancora di più e perché tanto, secondo lui, “Non sarà la Storia ad insegnare qualcosa a questa Cacciatrice.” e quando si convince di qualcosa è pressoché impossibile fargli cambiare idea: è anche terribilmente testardo. Senza contare che non ama parlare di quella parte del suo passato, credo che questa storia gli bruci ancora: è smodato anche nelle passioni e infatti subito dopo si comportò da isterico immaturo qual è. Il Consiglio criticò in modo molto aspro la sua condotta e lui iniziò a scaricare la rabbia e ad elaborare il lutto: prima diede fuoco alle loro sedi di Varsavia, Berlino, l’Aja e Bruxelles poi arrivò a Londra e comunicò che non voleva più sapere niente di Cacciatrici e Osservatori, mandando tutto al diavolo. E infatti da allora, verso il 1910, si dedicò alla distruzione di vampiri e demoni per conto proprio e partecipò a tutte le guerre che ci sono state.” Willow chiese cosa intendeva con “tutte” e quando Giles le disse che erano state così tante che neppure lui le ricordava i tre ragazzi rimasero a bocca aperta: erano veramente molte ! “Mi ricordo le ultime: nel 1936 Spagna, poi II Guerra Mondiale fino al ‘45, Guerra Civile Greca fino al ‘48, Indocina fino al ‘54, e dopo Algeria, Angola e Tanzania, e siamo nel 1975 circa. Visto che le ultime le aveva perse e che oramai era stanco e la rabbia per gli episodi di San Pietroburgo era passata depose le armi.” “Ha passato sessantacinque anni a combattere per calmarsi ?” Giles fece una smorfia di sottile compatimento inglese: secoli di vita e poi quello rimaneva sempre uno spocchioso continentale senza misura che non riesce a frenarsi. “Rabbia ma anche dolore: non ha mai brillato per auto-controllo. Inoltre allora, non avendo più da impicciarsi delle Cacciatrici, si volle dedicare alla politica europea. Comunque qualcosa di buono l’ha anche fatto, ha salvato durante la guerra molti zingari dalle deportazioni, soprattutto in Ungheria e Romania, ed in Francia è stata una spina nel fianco per i nazisti. È per questo precedente che quando capitarono gli attentati a New York e Washington, e Buffy era morta da pochi mesi, in molti avemmo paura decidesse di iniziare una propria personale Crociata per scaricare il dolore e tenersi occupato nei prossimi decenni: io lo immaginavo già marciare su Belgrado, Istambul, Beirut, Gerusalemme, Il Cairo e infine La Mecca.” “Ma questa è pura follia !” sbottò Xander, che non si capacitava, in questo delirante ed odioso megalomane, di ritrovare lo stesso gentile amico di Anya.
Buffy era sconvolta: aveva avuto bisogno di tutti quegli anni per smaltire un dolore d’amore: o era molto innamorato oppure era molto pazzo. “In questi casi, proprio come dopo la tua morte, si ammala di melanconia.” Lei lo guardò perplessa “Diciamo depressione, sta a letto a grugnire e a maledire tutto e tutti, finchè dopo molti mesi non si alza con un obiettivo in testa e non si ferma fino a quando non lo porta a termine. Dopo la tua morte avevo pensavo avrebbe trasformato la Repubblica Popolare Cinese e un miliardo e trecento milioni di comunisti cinesi in un Regno semi-europeo di quattrocento milioni di cattolici: il progetto era molto nel suo stile, e lo avrebbe impiegato così a lungo da superare il lutto.
“In ogni caso, dopo alcuni passati a cacciare demoni per conto proprio e, negli anni Novanta, una breve parentesi nell’ex Jugoslavia, ricompare in pompa magna nella sede del Consiglio degli Osservatori: tutti lo conoscevamo di nome, ne conoscevamo le azioni e il carattere, ogni tanto mandava qualche lettera sdegnata e sarcastica su come venivano addestrate le Cacciatrici, ma nessuno lo aveva mai visto. Pare che il suo rientro sia stato particolarmente teatrale, come tutte le cose che fa: voleva sapere come avremmo agito circa la nuova Cacciatrice.” “Mi faccia indovinare: si trattava di Buffy.” “Esatto Xander. Con il suo solito fare spiccio e superbo analizzò le vicende delle Cacciatrici precedenti, la situazione e la composizione del Consiglio e annunziò che riteneva basilare una presenza forte alle spalle di Buffy, vista la notevole pericolosità della situazione statunitense-” Amy chiese cosa avessero di tanto pericoloso gli Stati Uniti e quando seppe che la concentrazione e soprattutto l’ardire dei demoni e dei vampiri era maggiore lì che in molte altre parti del globo rimase stupita, domandandosi il perché, e lo avrebbe anche chiesto a Giles se Xander non l’avesse preceduta con una domanda, ma di tutt’altro tipo: perché questo interesse improvviso per il Consiglio e per Buffy ? Una magnifica domanda, basilare nelle loro vite, a cui non c’era nessuna risposta: tutti e tre guardarono stupiti Giles, da cui non si aspettavano un tale vuoto nel racconto. “Quando è nato Vigio ? Non si sa e non si saprà mai. Chi era veramente ? Cos’è esattamente ? Perché non muore ? È veramente pazzo o finge ? Cosa ci sta a fare su questa terra ? Perché ama Buffy e farebbe di tutto per aiutarla ? Tutte domande a cui non c’è risposta.”
“Non so perchè nutra questa predilezione per te: di lui si possono conoscere le azioni, non le motivazioni. Sta di fatto che riuscì a farti avere come Osservatore una persona qualificatissima che gli andava a genio, cosa rara.” “Merrick ?” “Esatto. Il problema sorse quando lui morì e tu ti trasferisti a Sunnydale: il Consiglio propose Giles e il Conte strepitò e battè i pugni perché, con quel passato poco ortodosso, non lo riteneva adatto e degno a starti vicino, voleva qualcuno di più preparato e senza il soprannome di “Squartatore”.” Buffy rabbrividì. “Più preparato di Giles ? Meno male che non gli hanno dato retta !” “Infatti: lui si impuntò così tanto che il Consiglio ti affidò a Giles … per fargli uno sgarbo.” Bene, questa sì che era una notevole botta per lei: il suo Osservatore, il suo nume tutelare, la sua guida, era stata scelta per pura ripicca; e con questo la stima per il defunto Consiglio le diminuì molto. “Infatti Giles non fu molto contento della designazione.” Buffy ci rimase malissimo e spalancò gli occhi e la bocca delusa fino alla punta dei capelli e Angel per l’ennesima volta comprese che doveva imparare ad esprimersi meglio. “Devi capirlo, quella era una notevole responsabilità, tu stavi sulla Bocca dell’Inferno, in più c’era Vigio l’Inclemente che gli fiatava sul collo perché svolgesse un lavoro ineccepibile … non era una bella situazione e infatti credo che Giles ti facesse allenare tanto, soprattutto i primi anni, per mostrare al Conte che ti teneva sott’occhio e carica. Comunque, siccome si fidava poco di lui, decise di utilizzare me come … Osservatore aggiunto.” Colpo di scena ! Xander e Willow rimasero letteralmente a bocca spalancata a questa rivelazione, che metteva l’arrivo di Angel nella vita vita di Buffy e nella loro sotto tutt’altra luce: era stata organizzata, faceva parte di un piano “E quell’ometto buffo ?” ebbe la forza di chiedere Willow dopo qualche secondo, giusto il necessario per tentare di razionalizzare la sorpresa “Buffy mi aveva parlato di un tizio vestito con una camicia orribile che si chiamava …” Il Cantastorie, come poteva dimenticarlo Giles: anche quella era una delle raccapriccianti trovate di quel folle dell’Inclemente, un magnifico esempio di come quell’odioso francese manipolasse la vita delle persone: più pensava a come agiva più gli veniva senso di nausea. “L’ometto era stato ingaggiato da Vigio: temendo che Angel non gli desse retta-” Amy si stupì: si poteva anche dire di no a questa specie di mostro ? E poi, se con Angel erano amici, perché avrebbe dovuto ottenere un rifiuto ? Giles, che spesso aveva agito proprio in tal modo, spiegò che spesso Vigio domanda in modo così imperioso e con tale prosopopea… “Pro che ?” domandò Xander “Prosopopea. Vigio ha l’odiosa abitudine di sottintendere che le sue teorie sono sempre giuste, i suoi piani infallibili e che porre domande od obiezioni è solo tempo perso: per questo spesso la gente fa l’opposto di quello che gli si chiede o rifiuta solo per fargli uno sgarbo.” Xander, osservato che quello era un comportamento estremamente maturo, soprattutto se applicato dei confronti di un pericoloso e inclemente omicida, chiese all’Osservatore se anche lui aveva mai agito così; Giles cercò di non ricordare la prova di maturità dei diciotto anni delle Cacciatrici, che Vigio voleva Buffy non facesse. “E così mandò l’ometto a convincere Angel perché non ci fossero rifiuti.” concluse Amy, sempre più appassionata a questa strana storia. “Più o meno. Inoltre nei primi anni Novanta Vigio aveva un po’ trascurato Angel, a quanto so, e credo che in tal modo volesse prendere due piccioni con una fava: Buffy era ancora più protetta a Angel si rendeva utile a tempo pieno. Il resto è storia, come si suol dire.”

ATTO III
Buffy lo guardò con odio feroce ed Angel ebbe voglia di sprofondare: con voce dura chiese perché quello non si era mai fatto vivo con lei, perché non l’aveva mai voluta incontrare e cosa aveva fatto per aiutarla in tutti questi anni, oltre a farle avere dei soldi. Le spiegazioni: cosa ancora peggiore del racconto dei fatti ! “Non ti ha mai voluto incontrare perché sapeva che saresti morta presto, come tutte le Cacciatrici, e lui non voleva affezionarsi a te perché poi avrebbe sofferto. E ha sbagliato i conti perché alla fine, dopo Glory, anche se non vi siete mai parlati, è crollato per il dolore. E ti é stato molto vicino in questi anni, mandandoti me, aiutando via telefono Giles quando questi non sapeva contro chi avevate a che fare, ogni tanto veniva a Sunnydale per controllare la situazione di persona, ha fatto indagini su Glory e su Dawn, ha-” Buffy lo zittì con un gesto secco della mano e assaporò il silenzio: era giunto il momento di riflettere, non sapere nient’altro perché quello che aveva sentito quella notte era fin troppo, le aveva così tanto confuso le idee. Giles che le mente, Angel che le mente, un “padrino” nell’ombra … non sapeva neppure più se era maggiormente furiosa, stupefatta o delusa dai silenzi dei due uomini. Decise di andare a fare un caffè e lasciare il suo ospite a riflettere sullo sconquasso che aveva provocato ancora una volta nella sua vita.
“Quindi quando lei si appartava a fare ricerche in realtà telefonava a Vigio ?” Giles non riuscì a capire se nella domanda di Willow fosse maggiore lo stupore o l’ironia e preferì risponderle senza appurarlo: era stato grazie a quell’odioso francese che Angel aveva avuto la pergamena di Codex circa il destino della Cacciatrice e il Maestro, che Jenny aveva potuto lavorare sulla formula per ridare l’anima ad Angelus e che, per arrivare a tempi più recenti, il Consiglio aveva scoperto quel poco che si sapeva su Glory. E chi era stato a permettergli di trafugare i documenti del Consiglio sul First prima che tutto andasse perduto nell’esplosione ? E per quale motivo, dopo la crisi in seguito alla morte di Tara, Willow era rimasta rinchiusa sotto terra per tre mesi ? Xander e Amy ignoravano questo particolare e guardarono interrogativi l’amica, che fissò l’Osservatore con uno sguardo non benevolo. “Ci è voluto del tempo per impedirgli di ucciderti subito: sai, eri una strega e avevi resuscitato Buffy, ucciso persone e quasi distrutto il mondo. Diciamo che nella sua lista delle persone antipatiche tu era al primo posto. Dovevo trovare una sorta di accordo, e mi ci è voluto del tempo, come ti ho detto.” Non sapeva quale rischio aveva corso, ma queste parole non la sollevarono affatto: percepì un termine, un solo termine, pesante e terribile come la lama della mannaia del boia. “Subito ?” Giles si aspettava la domanda e in quel breve attimo che la precedette rivide tutti gli infruttuosi tentativi di mediazione che aveva avuto con Conte: per un secondo pensò che distorcendo un po’ la realtà avrebbe potuto presentarsi sotto una luce migliore, ma non volle mentire ancora. “Sì: prima o poi la sua “giustizia” ti raggiungerà, teoricamente. Dopo che ti portai in Inghilterra lui si era stabilizzato su questa posizione: “Va bene Giles, tienila pure a me nascosta, sepolta viva da qualche parte, ben circondata di cerchi magici che mi impediscano di trovarla: invece della pena di morte mi accontento anche che sconti un ergastolo. Insomma cinquant’anni sotto terra sono una buona alternativa alla decapitazione o al rogo.” Ma poi ebbe sentore di cosa il First stava per approntare e ritenne che era meglio venissi rieducata e messa al servizio della Cacciatrice. Se saresti sopravvissuta avrebbe pensato come farti espiare le colpe: ho ottenuto solo una posticipazione della pena. È poco, lo so, ma allora mi sembrava meglio di niente. Con lui c’è poco da fare, è fatto così.”
“Fammi capire meglio che tipo è: tu a chi lo paragoneresti ?” Buffy aveva ritrovato quel minimo di calma per scegliere una posizione da assumere nella conversazione: le azioni passate sarebbero venute fuori in un secondo tempo, ora era meglio concentrarsi sulla personalità di questo tizio. “Hai presente “Will and Grace” ?” Buffy rimase molto stupita dalla domanda “Tu guardavi “Will and Grace” ?” ma Angel non diede importanza all’interruzione. “Diciamo che Vigio talvolta mi ricorda moltissimo-” “Jack ? Non dirmi che questo mostruoso figuro ti ricorda un gay isterico e-” “Karen. Volevo dire che mi ricorda Karen, l’amica di Grace.” Buffy agghiacciò a questa notizia “Mi stai dicendo che l’uomo che ha diretto di nascosto la mia vita in tutti questi anni è un alcolizzato, tossicomane, sessuomane, snob, razzista, insensibile, egocentrico narcisista dalla voce stridula ?!” “Oh, se ti fa sentire meglio ha una bella voce. Ma hanno lo stesso senso dell’umorismo.” Buffy non aveva parole, non aveva neanche più la forza di strabuzzare gli occhi e spalancare la bocca, così Angel continuò “Talvolta è difficile andarci d’accordo, lo riconosco, anche perché è terribilmente dispotico e non accetta interruzioni quando parla e obiezioni quando decide. Altro motivo per cui non ti ha mai voluto incontrare.” Questa non era la solita discesa negli inferi o nell’orrore a cui Buffy era abituata, no, questa era una discesa nell’assurdo e nel grottesco più sfrenato: un … folle psicolabile sanguinario che le progetta e la vita e in più si tiene nascosto ! “Karen ?! Ma se lo hai descritto come Hannibal Lecter ! È caratterialmente un mostro che preferisce tramare nell’ombra ! Questo ti sembra sensato ?” Angel, anche se non era il caso, sorrise. ““Sensato” è un aggettivo che con lui prende strane inflessioni. Pensa che quando gli ho chiesto perché aveva scelto me mi ha detto che una fatua, ignorante e frivola adolescente americana si sarebbe capita meglio con un mangiapatate noioso e plebeo di duecento anni che con un altero ed raffinato nobiluomo francese di cinquecento.”
“Mangiapatate ?” chiese solo Buffy, ammutolita davanti a questi … retroscena “È il suo caratteristico modo per chiamare gli Irlandesi. E pensa che ci ha in simpatia. Sapessi cosa dice dei Prussiani e degli Inglesi.” Buffy non capiva, ero tutto uno scherzo, non era possibile: dal cuore gli venne una domanda. “È pazzo, vero ?”
Non c’era molto da dire a questo punto e tutti e quattro rimasero chiusi nel loro silenzio, ognuno pensando a sé stesso: Amy era quasi contenta che fosse un’altra a ricevere tante “attenzioni” da quel criminale, Xander stava pensando a cosa per gli avrebbe detto per convincerlo a recedere da tali proponimenti visto che di batterlo non se ne parlava neppure, Giles capì che doveva trovare qualcosa per risollevare il morale a quei ragazzi e ridare loro la fiducia in lui che adesso avevano totalmente perso. Willow non pensava a nulla, il più implacabile ed eterno tra gli assassini aveva decretato la sua morte e quindi era solo questione di tempo: se era rimasta viva negli ultimi due anni circa lo doveva solo a Giles e, con quel minimo di presenza di spirito che ancora aveva, lo ringraziò. “Ora non ti buttare giù: hai acquisito moltissimi meriti ai suoi occhi, hai moltiplicato il numero delle Cacciatrici e sei stata basilare per la sua adorata Buffy. Secondo me può benissimo darsi sia qui anche per assolverti, eventualmente.” Il raggio di speranza proveniente da queste parole non illuminò il suo cuore: si limitò a fissarlo spenta. “Ecco perché è importante che tu adesso stia tranquilla e non faccia pazzie. Vigio ama le Cacciatrici, insegna sempre loro qualcosa per cui Kennedy dorme tra due cuscini, per così dire: sei tu che non devi reagire alla provocazione. Se facessi qualcosa, se andassi da lui furente e piena di magia nera fin sopra i capelli avrebbe la prova che non sei cambiata, non sei migliorata e nulla ti salverebbe questa volta. Io credo tu sia sotto esame Willow, anche se tutto questo può sembrarti assurdo.”
“Diciamo che è estremamente eccentrico, ma lo devi anche capire: quando si è formato intellettualmente credevano che l’essere toccati da mani di Re guarisse alcune malattie e che l’Australia non esistesse. E poi ti posso assicurare che vivere per molti molti anni ti rende un po’ strano: pensa che lui ha almeno cinquecento anni e che nel frattempo non c’è più il Sacro Romano Impero, la Messa non è più in latino e tutti hanno diritto di voto.” Questo non la convinceva, secoli o no era sempre un matto sanguinario con smanie di onnipotenza e senza senso della vita civile: l’idea di restare nell’ombra e affidarle … un tutore, poi, era semplicemente inconcepibile ! “Non essere così severa: sarebbe stato molto peggio se fosse venuto lui in persona da te quando eri adolescente. Non sarebbe stato un incontro molto felice, tutt’altro, non ci sa fare molto con le persone, soprattutto se … hanno uno spiccato carattere: in fondo quello è stato uno dei rari momenti in cui ha compreso i suoi limiti. E comunque, oltre a tenersi aggiornato su di te, ha iniziato a studiare il mondo giovanile contemporaneo. Veramente, tutta questa disponibilità nei confronti di qualcuno è veramente rara: non riesci a capire quanto sei stata fortunata e quanto ti vuole bene.” Basta, questa storia del suo affetto per lei le era veramente insopportabile ! Ed inoltre provava profondo fastidio a sapere di essere in debito, materiale e non, con un figuro così sordido da vendere denti di vampiro e da vantarsi di magiare il cuore dei demoni. “Forse non lo apprezzo perché mi sfugge il motivo di tanto affetto. E, tanto per continuare a discutere di assurdità, come ha studiato il mondo giovanile contemporaneo ? Ha rapito degli adolescenti e li ha tenuti in gabbie, tipo cavie da laboratorio ?” Angel si lasciò andare ad un largo e divertito sorriso, che per un attimo fece temere il peggio a Buffy “La soluzione fu … brillante: dopo un secolo non smette di stupirmi. Beverly Hills 90210.” Lei non capì, sulle prime pensò si fosse trasferito in California, poi ebbe un atroce sospetto. “Ha guardato tutti i film e telefilm americani sugli adolescenti: Beverly Hills, Blossom, Party of five, Dawson’s Creek, Otto semplici regole, e poi Spin City, Ally Mc Beal, Will and Grace .... gli ultimi non centrano molto ma ci ha preso gusto e si è messo a guardarne di tutti i generi … poi che altro … quello di Superman, I Soprano e West Wing … i film prodotti da MTV … le gemelle Olsen … un infinità, proprio così.” Angel aveva ragione, sapeva proprio come stupire: una soluzione simile era quantomeno … eccentrica e stupefacente ! “E lui si è fatto un’idea del mondo contemporaneo giovanile dai telefilm ?” “Pensa che quando seppe che ti … avevo lasciato prima del ballo di fine anno per mezz’ora mi ha insultato e per mezz’ora mi ha spiegato le valenze psicologiche, relazionali e sociali dell’avvenimento.” Ha acquistato dei punti il francese, scappò detto a Buffy, e non fu una frase molto piacevole da sentirsi per Angel.
“Ed è venuto solo per Willow ?” chiese Amy, tornando a far sentire la sua voce, mentre molto l’altra strega non si mostrava affatto lieta o speranzosa della possibilità di salvezza che le aveva fatto balenare davanti agli occhi Giles. “Immagino la situazione non sarà così semplice. Non lo è mai.” chiosò Xander facendo sorridere un poco l’Osservatore, che si sentiva quasi a suo agio: tutti pendevano dalle sue labbra e non gli rimproveravano più i silenzi passati. E inoltra gli sembrava quasi di essere tornati ai vecchi tempi, quando spiegava loro contro chi avrebbero dovuto battersi, benché questo assassino implacabile non fosse esattamente un nemico. “So che vuole appurare personalmente la preparazione di Kennedy, conoscere te, Xander, e che si sta preparando qualcosa di spiacevole, qui a Sunnydale.” Xander non impallidì, né si spaventò troppo: era così abituato ad affrontare ostacoli sempre maggiori, che la buttò sulla solita ironia. “Non è venuto per Glory, che era un dio, non è venuto per il First, che era il massimo … Ho delle difficoltà ad immaginare cosa ci aspetti.” “È stata la mia stessa reazione, ma mi ha accennato che, se fosse vero quello che sa, sarebbe meno pericoloso del First. Però ritiene ci siano delle questioni da sistemare, qui a Sunnydale, e se non ho capito male, che in qualche modo sia tutto collegato all’abbondanza di Cacciatrici che ci sono dopo l’incantesimo. Ah, il Golem l’ha creato lui per vedere come tu e Kennedy vi sareste comportati: da quanto mi ha detto gli siete piaciuti, anche se ha trovato eccessivamente americano il riferimento a Clint Eastwood.” Xander, a ricordare il proprio show davanti al Golem divenne rosso come un peperone, Amy rise e Willow, con tono spento, disse solo. “Esami in vista. Speriamo non ci siano troppe bocciature.”
“Va bene, anzi, non va fa affatto bene ! Ma togliendo tutte queste cose assurde, senza senso e fuori dal normale, con un aggettivo come lo definiresti ?” Angel non esitò un solo attimo e, con profondità, mormorò “Triste. Io credo sia una delle persone più tristi ed infelici del mondo. Senza famiglia, senza amici, senza amore, senza affetti. Per questo, almeno secondo me, vuole vivere circondato delle cose più belle e raffinate e non stare mai fermo, sia che si tratti di lavoro, di una guerra, di un massacro di demoni, di una polemica o un intrigo politico. Se si fermasse a guardarsi penso crollerebbe distrutto dai suoi dolori e dalle sue infelicità, che non so quali siano, e si farebbe saltare le cervella. Tienilo a mente quando ci litigherai ferocemente.” Buffy alzò un sopracciglio, di nuovo sorpresa dalla personalità del gentiluomo e domandò perché avrebbe mai dovuto litigarci; domanda sciocca se si pensa agli aggettivi poco lusinghieri che aveva espresso in quella notte. “Perché tutti ci litigano, perché sa essere altero, orgoglioso, superbo ed indisponente. Pensa che a Hitler disse “Cancelliere, la preferisco come artista che come politico” e a un Papa “Santità, mi permetta di dirle che si vede che è da poco che ricopre questa carica”. È impossibile andarci sempre d’accordo e un po’ a lui piace, così passa del tempo.” Lei fece un gesto di fastidio e mormorò solo “A me sembra solo un sbruffone avido, sanguinario e megalomane.” “Vedi Buffy, non è così semplice” “Quando mai è stato semplice, Angel ?” “Lui è come non ne hai mai incontrati prima. Se mi dicessero che è partito volontario per una crociata contro qualche demone in Tibet non mi stupirei, così come se sapessi che vendeva i suoi prodotti a Pinochet o che ha strappato dal petto un cuore di demone e l’ha mangiato caldo per ribadire che tipo è.” Il primo era stato Giles, il timido e compassato bibliotecario che si era rivelato essere il suo Osservatore, che aveva lottato con lei, qualche volta l’aveva tradita e molte tolta d’impaccio, che era stato qualcosa di diverso da un padre, ma ugualmente fondamentale nella sua crescita. Poi c’era stato Angel, che non era un bel ragazzo tenebroso ma un vampiro con l’anima, con cui si erano amati, odiati, amati e lasciati, e che aveva ancora e per sempre un posto d’onore nel suo cuore. Poi Spike, il vampiro che la voleva uccidere, che si era innamorato di lei nonostante la sua natura, che l’aveva ferita e per lei aveva riottenuto l’anima con tutta la sua sofferenza, e per lei si era sacrificato. E ora scopriva questo strano essere, metà filantropo metà assassino, che l’amava ma non la voleva conoscere. Sospirò. “Perché gli uomini nella mia vita sono tutti … Chissà cosa ho combinato in una vita precedente !”

ATTO IV
La prima percezione che Kennedy ebbe fu di freddo: nel dormiveglia un suo dito toccava qualcosa di duro, liscio e gelido. Molto lentamente, in modo che se ci fosse stato qualcun’altro con lei non se ne sarebbe accorto, fece scorrere il mignolo su quella superficie, che comprese anche essere piccola di sezione, non rettilinea e … un tubo ! Era probabilmente un piccolo tubo, e lei era sdraiata prona e aveva la testa appoggiata su qualcosa di morbido, piacevole al tatto e profumato alla lavanda: probabilmente si trovava su un letto dalle lenzuola di cotone. Si fermò e cercò di percepire rumori intorno a sé: non molto distante una persona, o almeno sperava, stava respirando in maniera regolare e placida, quasi impercettibile; attese a lungo prima di essere sicura che fosse la respirazione di un dormiente. Aprì un occhio e si trovò immersa in una non fitta penombra, con un dito che sfiorava le arzigogolate intersezioni di ferro che costituivano probabilmente la testiera del letto: pur diffidando, non le sembrava affatto una situazione pericolosa. Aveva la testa voltata verso il muro: lentamente la girò e vide, quasi in primo piano, un abat-jour dal cappello di cristallo blu notte e delle curiose frangette pendenti bianche ed oro, o almeno così le parevano, posata su un comodino, di cui vedeva solo il pianale probabilmente in marmo grigio e la parte superiore, il cui legno scuro era ravvivato dalla maniglia del cassetto forgiata in un metallo giallo, lo stesso che, prendendo forme di piccole donne dai seni nudi e sporgenti con una sorta di canestrino in testa, fasciava gli spigoli sotto il marmo. Non c’era bisogno di aggiungere altro, era chiaro chi l’aveva rapita: con un colpo di reni si mise a sedere di colpo sul letto, che era quello che amava fare per vedere Willow svegliarsi di soprassalto. Camera di media grandezza, le pareti bianche, quella di fronte a lei aveva una finestra al centro, una porta verso l’angolo destro e tra queste un tavolino in legno con una lampada e una sedia dall’alto schienale; lungo quella alla sua sinistra oltre al comodino solo una porta; poco distante dai piedi del letto (esistevano ancora ?!) uno di quei vecchissimi mobili da toeletta, col ripiano di marmo, lo specchio ovale e il ferro battuto e poi, davanti a un separè chiuso, una grossa e apparentemente morbida poltrona, dove una bella signora di mezz’età si era svegliata e le sorrideva timida.
Si alzò e si presentò “Buonasera madamoiselle Kennedy, bene sveglia. Lei è ospite di Sua Eccellenza il Conte di San Germano e non corre alcun pericolo o rischio di sorta. Io sono la cameriera assegnata alla sua persona.” Che fosse una cameriera era evidente, considerato com’era vestita, meno lampante che non dovesse temere nulla. “Sono stata narcotizzata, rapita, mi sveglio da qualche parte che non conosco: la situazione non è poi molto tranquilla … Lei non trova ? Soprattutto quando il padrone di casa è un folle che crea Golem e terrorizza streghe, e fa molto di peggio, a quanto si dice !” La signora parve in leggero imbarazzo. Superò l’armadio, che occupava la quarta parete della stanza, si avvicinò al tavolo e accese la lampada: la luce, seppur soffusa, infastidì Kennedy che si schermò gli occhi con la mano, mentre l’altra riprendeva a parlare con il suo tono di voce calmo, pacato e amichevole. “Sua Eccellenza non farebbe mai niente di male a una Cacciatrice, non lo sa ? Magari con le altre persone si pone in modo … irritante, ma porta sempre in palmo di mano una Cacciatrice. Glielo assicuro.” Kennedy la guardò perplessa e non seppe trattenere della brutta ironia “Ah, se me lo assicura la sua domestica …” “Sì, e anche la madre di una Cacciatrice. So quello che dico” Rimasero a guardarsi negli occhi, studiandosi, finchè la ragazza fece quello che fa ogni Cacciatrice nei momenti di incertezza: si affidò alle sue sensazioni, al suo istinto, e giunse alla conclusione che quella donna non mentiva, per cui si sforzò di farle un mezzo sorriso in segno di tregua. “Per cui Vigio l’Inclemente non mi sevizierà e non mi strapperà il cuore dal petto per mangiarlo, immagino.” La donna la guardò, un po’ perplessa e un po’ divertita, e iniziò dicendole che i demoni e i vampiri solitamente lo chiamavano così, lei era meglio gli si rivolgesse appellandolo semplicemente come “Conte”, lo avrebbe certo più gradito. “Circa il mangiarle il cuore, invece, ci è andata quasi vicina: è invitata a cena da lui questa sera, anche se non farà parte del menù.” “Per avere un appuntamento fa sempre così ? Rapisce e poi lascia a lei il compito di rabbonire la preda ?” “Che brutto termine. Temeva che lei non lo volesse incontrare e Sua Eccellenza dà moltissima importanza a questa cena, tiene moltissimo a fare la sua conoscenza. Ha già provveduto a far avere sue notizie ai suoi amici e le ha preparato un piccolo dono.” Mentre la donna si dirigeva verso l’armadio Kennedy, con strafottenza, iniziò a dire che per addomesticarla non servivano regalini e che, in ogni caso, si dimostrava un incivile con quei modi e un illuso se sperava … ma quando la cameriera giunse nel cono di luce si ammutolì. Con reverenziale timore si avvicinò al più bel vestito che avesse visto da molto tempo e lo accarezzò per rendersi conto che era vero: per un solo secondo indugiò poi, Cacciatrice o no, mormorò un “Posso provarlo” a cui la cameriera rispose prima con un ampio e complice sorriso e indicandole il bagno, oltre una delle porte della stanza. Quando tornò in quella stanza la cameriera aveva acceso le luci del lampadario, un grosso manufatto in ferro battuto galiziano, dono di un Duca d’Alba, e aperto il separè a tre ante, che da un lato era ornato di immagini di gusto orientale ma dall’altro vantava tre specchi, in cui Kennedy si potè rimirare. Era il più magnificente, leggero e morbido vestito in seta cruda che avesse indossato, brillante in una tonalità rosso cremisi che si intonava alla perfezione alla sua pelle: lungo, leggermente attillato, la fasciava con dolcezza lasciandole scoperta la schiena e la faceva sentire bellissima come una diva di Hollywood. Guardandosi allo specchio si innamorava, come Narciso, della propria immagine, quasi stupefatta di come quell’indumento esaltasse la sua femminilità, ma non sapeva che la trasformazione era solo a metà. La cameriera la invitò a sedersi davanti alla toeletta.
Con mani sapienti e maestria le acconciò i capelli tirandoglieli sulla nuca in un’ardita ma classica composizione (Kennedy, innamorata sempre più di sé stessa, si dimenticò di fare domande alla donna per sapere qualcosa su sua figlia o sul Conte) e poi si diresse al tavolino, da cui tornò con un paio di scatoline rivestite in raso nero, come quelle delle gioiellerie: ne estrasse un giro di perle che le adagiò sulle spalle e il petto, e un bracciale a più giri, anch’esso di perle, che le avvolse il polso. Quasi ipnotizzata la Cacciatrice si diresse alla specchiera e rimase muta a contemplarsi, paga della sua immagine, ignara del commento che il Conte aveva fatto a Margot circa la propria intenzione di rivestirla ed adornarla: “Non vorrai che ceni alla mia tavola indossando quei suoi volgari straccetti americani ? Magari regalategli dalla strega ! E poi, come si dice: l’uomo si prova con la donna, la donna con l’oro e l’oro col fuoco.” Ma lei si guardava in tutta la sua bellezza, all’oscurò di ciò, lieta e beata, finchè per un attimo non pensò all’abominevole blusa beige regalatale da Willow e si sentì subito in colpa per essersi lasciata soggiogare dalla vanità.
Mentre si beava della propria immagine la misteriosa cameriera, chiesta licenza, si allontanò lasciandola sola nella stanza e dandole un’ottima occasione per frugare nel comodino, nell’armadio e nel cassetto del tavolinetto. Si dedicò subito al comodino, più vicino a lei e dentro vi trovò solo due oggetti: un rosario formato da granate e un libretto rilegato in pelle nera, sulla cui costola in caratteri dorati stava la scritta “Horæ Diurnæ”. Lo aprì, lesse una pagina a caso, scritta in fitti caratteri, e si rese conto che non era né inglese, francese, tedesco o italiano, benché gli assomigliasse molto, e credè fosse in spagnolo: a prima impressione pensò fosse un libro a carattere religioso. Prima che si alzasse per andare all’armadio si aprì la porta nell’angolo opposto al letto ed entrò sorridente Buffy ! Vestita da cameriera ! Lo stupore, la gioia, la sorpresa e il senso di sfasamento mentale dovuto al trovarla lì vestita in quel modo le impedirono di salutarla, di saltarle al collo in preda alla gioia, di chiederle perché mai fosse lì: riuscì solo a spalancare la bocca e a fare un urletto stridulo. “Tu sei Kennedy, e sei una Cacciatrice.” Questa era la cosa più stupida che Buffy potesse dirle, pensò la ragazza. “Buffy ! Sei tu! Certo che sono io! Cosa diavolo ci fai qui! Perché diavolo sei vestita così!” “Io non sono Buffy. Io sono il robot che ne ha le sue fattezze. Mi ha creato Warren perché fossi di sollazzo carnale a Spike. Spike è un vampiro piantagrane con l’anima. Warren è stato ucciso da Willow, che è strega e pagherà per questo. Tu stai con Willow.” Kennedy tirò un urlò e per poco non fece anche un salto sul letto, mentre quella Buffy (o ciò che era) continuava a guardarla sorridendo con uno sguardo non molto espressivo, anzi, un po’ ebete: tutto quello che aveva sentito non poteva essere vero, Willow e Xander non potevano averle taciuto una cosa simile (un robot ! fatto fare per Spike da Warren!), eppure qualcosa, in fondo alla sua mente, le diceva che poteva essere tutto reale, e che solo in un momento e in luogo così improbabile poteva veniva a conoscenza di fatti passati così apparentemente … incredibili. Continuava a guardarla in parte spaventata, in parte incredula, mentre quella continuava a fissarla sorridendo in modo beota: era un robot, questo lo aveva compreso, ma tutta l’altra storia … “Ma se sei stata creata per Spike cosa ci fai qui ?” Immobile, con le braccia lungo i fianchi, le rispose apparentemente lieta ed ilare “Sono stata distrutta nella notte in cui è risorta Buffy. Willow l’ha risorta, violando i precetti del diritto naturale e del diritto delle genti. Sua Eccellenza Monsieur il Conte di San Germano ha preteso ed ottenuto che i miei pezzi gli venissero mandati dal signor Rupert Giles, che è l’Osservatore di Buffy. Mi ha riparata Vaclav Kadar.” Detto questo sfoderò un luminoso sorriso e iniziò uno strano gorgoglio, una sorta musichetta, e ripetè in sei lingue diverse quel nome, l’indirizzo, il numero di fax e la casella e-mail, aggiungendo che era il primo informatico d’Europa. Terminato lo spot pubblicitario Kennedy le chiese se era stato lui a programmarla e la robot annuì, ricominciando la canzoncina d’accompagnamento e il seguito; quando le chiese se era stato lui a inserirle tutta quella presentazione annuì di nuovo e riprese a gorgheggiare quell’orribile jingle: Kennedy comprese che il programmatore non aveva affatto gusto musicale, che doveva trovare un modo per farle smettere quell’insulsa sequela di parole e che la percentuale di figure folli in quella casa era abbastanza alta. Una porta si aprì all’improvvisò ed entrò la cameriera, visibilmente preoccupata, che subito iniziò a redarguire il robot. “Dovevi avvertire me, non lei ! Monsieur era stato chiaro !” “Monsieur ha detto di raggiungerla qui e lei non c’era. Quindi io non ho avvertito la signorina.” Prima che la signorina in questione chiedesse di cosa andava avvertita, la cameriera la prevenì comunicandole che la cena era pronta e chiedendole se voleva scendere al piano inferiore; senza attendere risposta congedò in modo brusco il robot dicendole che si doveva occupare dei vetri e che poi sarebbe stata libera. Il Buffybot salutò meccanicamente, sempre con il sorriso sulle labbra, augurò una buona serata e sparì dalla porta da cui era entrata, lasciando Kennedy con molte domande inespresse e un’immensa curiosità su come fosse l’uomo che aveva avuto l’idea di far trasformare una sorta di prostituta meccanica in una cameriera, di assumere la madre di una Cacciatrice e, nella stessa sera, di farla rapire e di regalarle il più bel vestito che avesse visto da molto tempo.
La cameriera la condusse lungo uno stretto corridoio poco illuminato e un paio di salotti fino ad una larga ed ampia scala; camminando sopra parquet e tappeti, tra imponenti lampadari e pesanti tende bordeaux, riuscì solo a farsi un’idea non entusiasmante del gusto del proprietario della casa: tutti quei troppi oggetti di ottima fattura ma di generi e stili disparati creavano uno strano senso di spaesamento e le venne in mente che forse lei con il suo bel vestito era solo l’ultima delle belle cose che Vigio voleva avere in casa. La scalinata di gusto eccessivo aveva ai suoi piedi un cameriere che indossava un completo grigio, giacca con le code e pantaloni inamidati: sorridendole forbito le comunicò che Sua Eccellenza la attendeva nella sala e le indicò un’ampia porta, e per fortuna che Kennedy non lo conosceva, altrimenti la sua impressione circa la servitù di quella casa sarebbe peggiorata. Prima che il cameriere si muovesse per aprire la porta a doppia anta lei la spalancò, slanciandosi a passo di carica verso il suo sequestratore, ma lo spettacolo che le si presentò la prese tanto in contropiede da farla fermare di colpo rimanendo ammutolita e sconcertata. Lui, che non era un vecchio bavoso e non sembrava un pazzoide, era incredibilmente alto e indossava uno sfavillante frac che gli pareva scolpito addosso, per come era morbidamente rigido, e sullo sparato brillava (ma lei non lo sapeva) la fascia dell’Ordine dello Spirito Santo, ordine fondato dal suo lontano cugino il Re Enrico III e concessa da un altro sovrano francese per i meriti nella prima campagna d’Algeria; sulla giacca altre decorazioni e la Croce di San Vigio, Ordine di cui lui era Gran Cavaliere. Il viso, le mani e il portamento in generale erano talmente alteri ed aristocratici da mettere in soggezione: i lineamenti, accentuati da un diffuso pallore e una certa magrezza, erano rischiarati solo dagli occhi cerulei e dai perfetti denti bianchi che s’intravedevano nel sorriso. Portava i capelli scuri con cura stirati e impomatati all’indietro, come Gardel e i tangueros, Rodolfo Valentino e i gentiluomini degli Anni Venti. “Sfoggia un abito che denota ottimo gusto ed entra come John Wayne in un saloon. Se ha anche un nome bizzarro ed eretico è decisamente la mia ospite.” amabilmente le disse sorridendo, e prendendola di nuovo alla sprovvista.