Love Show

(part 2)


Di MargotJ


Spoiler per: seconda stagione di Torchwood. Le frasi in corsivo sono tratte dagli episodi.

Pairing: Jack/Ianto slash

Rating: NC17, Slash, Angst

Timeline:

Disclaimer: i personaggi non appartengono ai legittimi proprietari. L’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.

Nota dell’autrice:

PROLOGO


Due giorni persi non erano uno scherzo.

Spariti.

Volatilizzati.

Mai esistiti.

Ianto, stretto in un prepotente mal di testa, non riusciva a venire a capo dell'enigma. Non un frammento di memoria a cui aggrapparsi, nulla.

Quarantotto ore azzerate e nemmeno Tosh in grado di venire a capo del problema.


Solo un mal di testa. Atroce e persistente.


Ianto rimpianse di non aver fermato Owen prima che se ne andasse. Barcollò, incerto sulle proprie gambe, attraversando le sale vuote. Il diario, riposto nel cassetto della scrivania, era al sicuro da occhi indiscreti... la misteriosa scatola di sabbia era archiviata... ma rimaneva il mistero di chi fosse Adam, il cui nome a pennarello restava su un sacchetto di plastica ormai appallottolato nel cestino.

Forse, a conti fatti, era una cosa che poteva aspettare domani.

Ma il mal di testa... Ianto si portò le mani alle tempie, comprimendo.


Un flash.


Sono un mostro.”


Barcollò. La bile, acida, gli giunse fino in gola.

Aggrappandosi all'autocontrollo, Ianto si trattenne dal sedersi, dal chiamare aiuto. Raddrizzò la schiena e percorse i pochi metri che lo separavano dall'ingresso dell'ufficio.

Devo andare a casa.” - mormorò, a mezza voce, per farsi forza.


E' come se ricordassi un uomo che non esiste.


Lo zigomo, colpendo lo stipite della porta, sembrò esplodergli in viso.

Devo... andare... via...


Break down. Give me some time
I don't want the fear to confuse ya
Right now, it's so wrong
But maybe it's all in the future with
Someone like you
(Skye - Love Show)


Crolla. Dammi del tempo/Non voglio che la paura ti confonda
Proprio ora, è così sbagliato/Ma forse è tutto dentro il futuro con/Qualcuno come te


Ostacolami e Ti riempirò la mente di così tanti falsi ricordi che prenderà fuoco.


Fiamme. Aveva l'impressione che il cervello andasse in fiamme.

Sentì il pavimento gelido sotto le mani, sotto al viso, mani concitate che lo giravano, lo toccavano.

Lasciatemi.”


La memoria è un meccanismo delicato, inserirsi significa togliere qualcos'altro... è un effetto collaterale necessario per la mia sopravvivenza.


Chi siete, lasciatemi.”


Ricorda questo.


Chiama Owen, chiamalo!”


Non l'ho mai fatto!” - rantolò, cercando di sedersi.


Oh, si, invece.


C'era una voce, una voce rideva dentro la sua testa.

Un uomo cattivo, ora, sopra di lui, si chinava, baciandogli la fronte.

Chi era? C'era un solo modo per saperlo.


Il mio diario...datemelo. Datemi il mio diario.”


Oh, si, il tuo diario. Tutti questi racconti sono bugie, sono quello a cui tu desideri credere. Ma noi sappiamo che sei marcio dentro.”


Marcio, marcio, marcio... Ricordatelo. Ricordatelo. Ricordatelo.


Io non... non ho fatto nulla. Il niente è... dolore...


Lo sai, è sempre così affascinante immergersi nella crudeltà.


Voci, caos, luci troppo forti negli occhi.

Eccomi! Jack, levati! Jack, se non ti sposti io...”


Ho ucciso. Devi rinchiudermi. Sono un mostro.”


Jack... Jack... io non ricordo Jack.

La memoria è un meccanismo delicato, inserirsi significa togliere qualcos'altro... è un effetto collaterale necessario per la mia sopravvivenza.

No, no, no, non questo. Non Jack.


Jack, Jack non mi lasciare!”

Resta sdraiato, calmati. Ianto, calmati!”

Jack, non svanire, non te ne andare... Jack!”


*


La pioggia. Le urla.

Le braccia di Jack. E poi il nulla.


Ianto, con infinita lentezza, aprì gli occhi. Jack, seduto sulla sedia metallica a fianco del lettino, si raddrizzò, speranzoso.

Un battito di palpebre, due.

Tosh, sfocata, era in piedi sul ballatoio. E si voltava, verso le postazioni computer. Ma la sua voce era distorta, attutita.

Passi.

Poi Gwen, vicino a lei.

Owen.

Ianto chiuse gli occhi, aspirando il profumo del medico.

Dovresti cambiare dopobarba.” - mormorò, rimpiangendo l'oscurità appena lasciata - “E' nauseante.”

Felice di sapere che sei sempre il solito stoccafisso.” - replicò Owen, obbligandolo ad aprire gli occhi e puntandogli una stilo luminosa all'interno.

Che cosa è successo?” - domandò Ianto, voltando la testa. Stava andando a casa e poi... Aveva la camicia slacciata, elettrodi e macchinari addosso e attorno. Il mondo era sfocato, pieno di punti luminosi.

Non ne siamo sicuri.” - rispose Jack, osservando le mani di Owen per non guardarlo in viso - “Owen dice che hai i sintomi di un trauma. Ricordi qualcosa? Hai battuto la testa, inalato qualcosa...”

Ricordo ciò che ricordate voi.” - rispose Ianto, cercando di sedersi - “Cioè niente.”


Cercate qualcosa che vi ha reso ciò che siete, nascosta o dimenticata. Ditemi dove siete.


Era la voce di Jack? Forse.


Quarantotto ore andate.” - aggiunse, mentre molte mani lo spingevano di nuovo sul lettino - “E i gigli di Tosh mi danno la nausea.”

Me ne libero subito.” - replicò lei, sparendo dalla sua visuale.

A parte il problema degli odori senti qualcos'altro?” - chiese Owen.

La testa mi fa male.” - replicò Ianto. Gli occhi pungevano. Ianto poteva sentire le lacrime scivolare lente sulla pelle - “E anche gli occhi.”

E' una brutta emicrania.” - commentò il medico, levandosi i guanti e retrocedendo di qualche passo - “Ma possiamo rimediare. Scendo al dispensario e torno.”

Ianto non rispose. Chiuse gli occhi, cercando di restare immobile, frasi qua e là tra le percezioni distorte della sua mente.


Incontrare lisa e innamorarmi di lei. Non mi sono mai sentito così vivo.


C'era ancora una presenza, non lontano da lui.

Jack?” - chiamò, forse sperando, forse riconoscendolo.

Sono qui.”

Mi hai restituito il diario. E' l'ultima cosa che ricordo.”

è successo molte ore fa. Sei svenuto, hai fatto una brutta caduta.”

Davvero?”

Deliravi, ci hai fatto prendere un brutto spavento.”


Perdere lisa, il mio mondo è crollato.


Ianto aprì gli occhi, guardandolo. E Jack deglutì.

Mi hai fatto prendere un bello spavento.” ­- precisò.

Allora lo ammetti...”

Che cosa...” - sorrise Jack, in quel suo modo storto, che gli rendeva gli occhi un poco più brillanti.

“Che non ti sono indifferente...”

Jack soffocò una mezza risata, simile ad un singhiozzo.

“Perchè, ancora ne dubiti?” - replicò, ostentando una sicurezza che non sentiva. Ianto, scosso dalle convulsioni, tra le braccia, era una ferita ancora troppo recente per poter essere impenetrabili nelle proprie difese.


E Gwen decise che era il momento di lasciarli soli, arretrando silenziosa.


“Con te non sono mai sicuro di niente...” - rispose, voltando la testa a malapena per vederlo.


Bello. Vicino. Così vicino da sconvolgerlo.


Venire qui mi ha dato un nuovo significato. Te.


Ricordo che mi hai baciato la fronte...che non mi avevi mai guardato in questo modo.” - aggiunse, fissandolo, lasciando che la sua immagine si sovrapponesse ad un altra.

Jack, un'altra volta in piedi su di lui. Jack, con un misto di costernazione e sentimento negli occhi chiari.


Lo hai sognato.” - replicò l'uomo, posandogli una mano sulla fronte e poi chinandosi su di lui per posarvi le labbra - “Ma a questo possiamo rimediare. Riposa, ora.”


Riposa.


*


La volta successiva, riaprendo gli occhi, aveva capito di essere solo. Era in una delle cuccette della base, la più calda, quella incui dormiva già ai tempi di 'Lisa nello scantinato'.

Quella in cui aveva dormito tante volte, dopo la sparizione di Jack.


Si sedette, incerto se potersi alzare oppure no, se poter levare il disturbo e scivolare nel proprio letto, a casa, a qualche centinaio di metri dalla baia... oppure in un letto più vicino, dove ogni certezza, o incertezza, svaniva senza speranza.


Sì, forse le gambe lo reggevano.


Barcollando appena, percorse il corridoio. La luce era accesa, Jack leggeva un libro con le spalle contro la testiera.

Come ti senti?” - domandò, senza stupore nel vederlo apparire ed avanzare.

Tritato.” - mormorò l'altro, perdendo per una volta la patina di indifferenza e lasciandosi cadere di traverso sul materasso - “Mi son perso qualcosa?”

Nulla.”

Le quarantotto ore?”

Ancora un mistero. Ma devono essere il motivo per cui sei stato male.”


Sono un mostro...


Ianto?”

Scusami... stavi dicendo?”

Nulla di particolare.” - replicò Jack, chiudendo il libro e posandolo sul comodino - “Sono solo contento di vederti in piedi.”

O sdraiato nel tuo letto.”

Sono sempre contento di averti nel mio letto.”

Lo so, lo so... nella buona e nella cattiva sorte, in odio o in amore...”

Odio e amore?”

Non è questo che facciamo? Non ci amiamo solo dove finisce l'odio reciproco?” - chiese Ianto, massaggiandosi le tempie con entrambe le mani.

Jack non rispose. Rimase in silenzio, guardando le dita lunghe, le unghie curate, i movimenti circolari perfetti, mai eccessivi, mai veloci.

Chissà dove aveva imparato a muoversi in quel modo... da chi?

Da quel padre sarto di cui ogni tanto narrava? Nelle scuole rinomate in cui i suoi genitori avevano investito? Ai corsi che figuravano nel suo curriculum?

Jack non lo sapeva. Sapeva solo di aver vissuto centinaia di anni e di continuare a sembrare, in alcuni frangenti, un sublime pachiderma.

Ianto, invece... ianto sapeva essere elegante anche quando correva dietro gli pterodattili.


Jack si rese conto di non aver risposto alla domanda... era una domanda importante, eppure non si era sentito in dovere di replicare. E provò una punta di rimorso.


Era vero? Era amore solo dove finiva l'odio reciproco?


Allora ci nutriamo di rabbia... quando siamo insieme.” - sussurrò, quasi sovrappensiero.

Ianto interruppe il movimento e voltò la testa, in attesa.

E di bugie?” - domandò Jack, inarcando la testa indietro, perché si vedessero in viso.

Forse.” - ammise Ianto - “Di bugie e rabbia.”

Sono sentimenti sbagliati.”

Sono aspetti inevitabili della vita.”

Inevitabili o scelte?”

C'è sempre una scelta.”

E non sarebbe meglio fare soltanto scelte giuste?” - chiese Jack. Poi rimase in silenzio, in attesa.


Ianto non rispose immediatamente. Sdraiato sul fianco, entrambe le mani sotto al viso, il senso di tepore che il proprio corpo andava creando... e Jack.


Non sarebbe meglio fare solo scelte giuste?

Mai una bugia, dunque?

Mai un inganno?


Mai?


Ianto respirò a fondo.

Giuste non significa buone.” - rispose, infine, raddrizzandosi e risalendo lungo il suo corpo - “Giuste non significa nulla.”


*


Owen aveva accampato varie motivazioni al suo malessere. Lo aveva subissato di domande, gli aveva fatto seicento prelievi e consigliato due giorni di riposo che Ianto si era ben guardato dallo sfruttare.

Avevano discusso, il medico lo aveva mandato a quel paese.


Sai che ti dico, Ianto Jones? Curati da solo.”

Sarà un piacere non avere più il suo aiuto, dottor Harper.”


Ianto non poteva sapere che avrebbe pensato a quella discussione per il resto della sua vita.

Perché quella fu l'ultima volta in cui Owen gli parlò. Da vivo, si intende.


*


Il guanto.

Era stato uno sbaglio non prevedere cosa Jack stesse per fare. E, subito dopo, era stato uno sbaglio permettergli si usarlo.

La sua energia vitale, combinata con il potere del guanto, era stata l'inizio della fine.

Dopo, niente era stato più lo stesso, per nessuno di loro.


Io so cosa è la morte. E voglio che tu sia pronto.

Non c'è niente Jack, c'è solo oscurità.


Poi, come era inevitabile, di orrore in orrore, la giornata era finita.

Owen era morto. Ma era comunque andato a casa sui suoi piedi.

Normale routine, per alcuni punti di vista. Ma, per altri...


A cosa stai pensando?” - chiese Jack, affiancandolo. Da qualche minuto lo osservava. Ianto, in piedi davanti ai monitor, una mano sulla tastiera, l'altra a tormentare il panciotto, lo sguardo perso.

Era assorto, gli occhi erano di un colore uniforme, lontano.

Owen ha ragione?” - chiese, senza guardandolo - “C'è solo oscurità nella morte?”

Non è piacevole. Ma è un attimo.”

Davvero?” - si voltò, suonando più sarcastico di quanto Jack si aspettasse - “Ma chi vuoi prendere in giro...”


Avevi paura per Owen. Paura.


Siete terrorizzati, sia tu che lui.” - aggiunse, scostandosi. E Jack lo trattenne, afferrandogli un braccio.

Forse. E tu sei arrabbiato.” - replicò il capitano Harkness, aumentando la stretta - “Con chi, Ianto? Con me? Con il destino?”

Solo tu e il destino, Jack? Pretenzioso... pretenzioso persino per un re del cielo come te.” - sibilò Ianto, pericolosamente consapevole di stare per esplodere - “Non posso essere arrabbiato con qualcun altro? O magari per qualcosa che non ti riguarda...”

Perchè, c'è ancora qualcosa di te che non mi riguarda?”


Ianto lo colpì, deciso. Jack non mollò la presa e ricambiò il pugno con un bacio.


Dove sei, ora, mentre stiamo soffrendo? La morte è un attimo, hai detto, poi passa, passa tutto.” - ringhiò Ianto, tirando indietro la testa per allontanarsi - “Ci credi così tanto che non potevi arrenderti, vero, Jack? Non potevi non giocare con la vita delle persone, come tuo solito. E, ora, ora Owen...”

Owen cosa? È dannato per colpa mia?”

E' così. E se è vero che la morte è oscurità, tu lo hai condannato ad esserne consapevole per sempre. Per sempre incatenato a te, soddisfatto?”


Adesso la mano di Jack non lo tratteneva più. Ianto barcollò, cercando di riacquistare equilibrio, rendendosi conto di come, fino a quel momento, Jack gli fosse stato indispensabile per restare in piedi.


Vuoi andare, Ianto? Vai.” - il capitano lo fissò, gli indicò la porta con lo sguardo - “Vai a cercare qualcuno o qualcosa che ...”


Non finì la frase. La mascella ebbe un guizzo, lo sguardo si spinse lontano. Owen...


Se uno ha vissuto tanto quanto me non ha bisogno di inventare.”

Tu hai l'eternità. Io ho qualche secondo. Non è giusto.”

Non lo è. Ma l'eternità è sopravvalutata. Se hai l'eternità non noti le macchie sui pavimenti e non ti disturbi a toccare le pareti. E mandi i tuoi amici allo sbaraglio sapendo che non corrono i tuoi stessi rischi, che potrebbero essere uccisi... e che tu te la caverai sempre.”

Perché mi hai riportato indietro? Senso di colpa?”

No, non è questo il motivo.”

Allora perché, sul serio.”

Perché non ero pronto a perderti.”


Non sono pronto a perdere nessuno di voi.

E accadrà presto.

Presto.


L'oscurità avanza, capitano Harkness. E sta venendo per te.


Jack.”

Nessuna risposta.

Jack.” - ripetè Ianto, senza osare muoversi.

Il capitano Harkness era immobile, come se non lo vedesse. E aveva gli occhi pieni di lacrime.

Vattene.” - disse soltanto, voltandosi e abbandonandolo - “E' la tua occasione.”


Nessun miracolo. Nessun miracolo in cui sperare, né ora, né mai.

Non per Owen.

Non per noi.


Vattene, prima di morire sotto ai miei occhi.


E se lo facessi?” - gridò, guardandolo allontanarsi - “Se me ne andassi davvero?”


Ti importerebbe davvero, se morissi?


Jack non rispose. E Ianto lanciò la tazza di caffè più vicina contro al muro, per il puro gusto di distruggere.


*


Primo giorno di una vita senza Jack.

Primo giorno senza vita di Owen.

Prima litigata con il fu dottor Harper.


Stai bene?”

Tu che dici? Scommetto che ti stai divertendo. Finalmente tu hai vinto.”

Noi non siamo in competizione.”

Oh, andiamo. Anche tosh aveva una vita più sociale della tua e ora invece sei sempre in missione e vai a letto con Jack mentre io faccio il caffè.”

Non è così... tra me e Jack.”

Già, già... tu e Jack.”


Io e Jack... io e Jack non esistiamo. E io ti ho sparato per niente, quella volta. Oggi, come non mai, desidero che Jack non sia mai tornato, che Jack non esista e che la mia vita, squallida e solitaria, non sia divenuta altro che questo.

Questo qualcosa che non so definire.


La vita è uno schifo.”

Abbiamo avuto tutti dei momenti schifosi.” - replicò Ianto, alle molte lamentele - “Io ti ho visto sezionare cadaveri e ti ho visto salvare molte vite. Non lasciarti distruggere.”


Owen si zittì. Nella voce di Ianto era vibrato qualcosa di ben più profondo di quanto non avesse voluto. Un dolore antico, sostenuto con sopportazione.

Un dolore con radici profonde e buie, come la paura che Owen si sentiva dentro. E jack, dall'altra parte della base, lo chiamò, con tono perentorio, inequivocabile di chi comanda senza conoscere indecisioni.

Negli occhi di Ianto, Owen ebbe l'impressione di vedere un guizzo. Impazienza? Dolore? Nulla, un fuoco spento con violenza, compresso in fondo allo stomaco.

Lo osservò lasciar cadere lo strofinaccio e avviarsi, con la signorilità e il distacco di chi sa che nella vita pochi comandano e gli altri ubbidiscono.

Di coloro che, pur lasciandosi morire nella frustrazione, credono in un ordine da cui possa scaturire solo bellezza.


Perché non me ne sono mai accorto?” - si chiese Owen - “Perchè non ho mai visto cosa stai facendo a te stesso?”


Ti stai dannando l'anima... ma credi davvero che Jack possa amarti?

Jack ti ama perché ha bisogno di te. Ma di ciò che occorre a te non gli importa.

Lui ti prosciugherà fino al midollo.

È questo che vuoi?


Ianto.” - lo chiamò, incerto, mentre si allontanava.

Ianto si fermò, in attesa. Ma Owen non era tipo da scusarsi, da rimangiarsi le parole, anche se il desiderio di farlo si leggeva sempre la sua faccia.

Ora, come mai prima, Ianto provò pena per lui.

Anche tu, a modo tuo, sei una vittima di Jack. A modo nostro, condividiamo il peso delle sue scelte.” - disse, senza riuscire a frenarsi - “Non so perché l'abbia fatto. So solo che mi dispiace, Owen. Avrei dovuto fermarlo e non sono stato in grado. Perdonami.”

Owen non rispose. Si fissarono, per un lungo istante. Poi Martha lo chiamò, dalla sua postazione e il medico si mosse, per raggiungerla.

Quel che è fatto, è fatto. E, se hai un casino con Jack per questo, aggiustalo.” - disse, brusco, sorprendendolo, nel passargli a fianco - “La vita è davvero troppo breve. E, credimi, può finire, quando meno te l'aspetti.”


*


La vita finisce.

L'oscurità avanza.

La morte ci prende, ma non del tutto.

Ci trasciniamo, nel buio, in cerca di coloro che abbiamo amato. Ma sono lontani.

Lontani come sogni.


Ti disturbo?” - domandò, affacciandosi all'ufficio.

Mi rivolgi di nuovo la parola?” - ritorse Jack, senza smettere di sbattere i cassetti della scrivania.

Solo per chiederti scusa.”

Il rumore dei cassetti si interruppe. Jack si voltò, interrogativo.

E che aspetti a farlo?” - chiese, insolente, una luce maliziosa negli occhi.

Jack, sono serio. Non volevo dire ciò che ho detto, l'altro giorno. E penso di aver capito che andarmene lontano da qui sia come andare definitivamente in frantumi.”

Jack alzò la testa, osservandolo appoggiarsi alla scrivania, come suo solito.

Tu mi fai male.” - aggiunse Ianto - “Sono più le volte in cui provo dolore che quelle in cui mi sento bene. Ti prendi tutto e io mi sento svuotato. Eppure penso di non sapere più desiderare altro, se non mostrarti il mio amore, avere tempo per farlo... ma Owen ha ragione, non bisogna far affidamento sul tempo. Per questo voglio che tu sappia che ti amo, capitano Jack Harkness. E voglio che tu lo sappia adesso.”


Il tempo cancellerà le mie parole.

Dimenticherai il mio corpo, il mio odore, la mia voce.

Il tempo si porterà via ogni immagine di noi.

Ma in questo attimo, in questo solo attimo, voglio che tu sappia che, umano e imperfetto come sono, ho creduto in qualcosa di eterno.


E quell'eternità è ciò che provo per te.


Non dire nulla.” - aggiunse, quando lo vide dischiudere le labbra, alzandosi e andandosene - “Ci vediamo domani. Buonanotte.”


(Dicembre 2012)