Fast&Furious - Epilogo: Uno di Noi

One shot, angst


Lo sentii sulle frequenze della polizia. E non ebbi bisogno di altre conferme.

Quando arrivai stava ancora bruciando. Era una carcassa annerita che un tempo era stata una macchina, una macchina in cui il rosso e il nero stavano cancellando tutte le altre sfumature.

Rimasi fermo, in piedi, a distanza di sicurezza, dietro i curiosi e gli sconosciuti. Rimasi immobile, fissando l'aria riempirsi di fumo, di fuoco e rumore. Non riuscivo a pensare a nulla.

Era finita. Alla fine aveva trovato un modo per chiudere con me, definitivamente.

Mi domandai fuggevolmente se avesse urlato mentre prendeva fuoco. Ma non aveva più importanza, dopotutto. Magari aveva urlato qualcun altro, magari era stato già morto... no, non aveva davvero importanza.

Probabilmente gli era importato solo di quell' ultimo quarto di miglio, quell'ultimo quarto che aveva percorso a caccia di una libertà definitiva.

Era quello il tempo massimo che ci era stato concesso, fin dall'inizio. Non era mai potuto essere altro: un quarto di miglio alla volta.

Uno solo, alla volta.

Assieme eravamo liberi. Eravamo la velocità e l'adrenalina, il profumo dell'asfalto, del motore, della benzina. Eravamo dieci secondi di libertà da tutto, uno per l'altro. Solo dieci.

Chiederne di più era sconfitta, come in ogni gara che si rispetti.

Non importa se vinci di un centimetro o di un chilometro. L'importante è vincere... Vero?

Già, nient'altro ha importanza quando corri. Solo la vittoria.

Ed è per questo che so che, alla fine, non mi hai nemmeno pensato.


(Maggio 2009)