In Grecia,Ananke, personificazione della necessita' che tutto sovrasta (anche l'Olimpo e i suoi dei), non ebbe mai un volto.
Un solo tempio le era dedicato, ma era tradizione non entrarvi. Nulla si puo' chiedere a colei che non da' ascolto.
Come la morte, di fronte alla quale ogni nostra velleita' divina rimane muta.
Molti dubitarono degli dei. Ma nessuno pose in discussione la rete invisibile di Ananke, il Destino Immutabile. Ananke, che si congiunge a Cronos, il Tempo. Come per sottolineare che Tempo e Necessita' pongono un limite alle nostre azioni e al nostro modificare e modificarci.
Ananke (da cui deriva etimologicamente la nostra angoscia).

L'ineluttabile, l'inchiodamento alla croce, l'impossibilita' di trovare altre strade. Il percepire la struttura della vita nella sua essenza. La necessita', la personificazione del nemico.Ovvero una strettoia inevitabile, alla quale e' impossibile sfuggire.
Da questa si diramano molte parole antiche che hanno tutte il significato di gola, abbraccio, anello, strangolamento, non ultima la parola inglese nek (collo).
Ananke.
E le persone che la contrastano. E talvolta la piegano.
Impregnate dal destino, addirittura dalla parola stessa, dalle sue derivazioni etimologiche: gola, angoscia, abbraccio e, infine, anello. Intrappolati nella ciclicita' del tempo ed al di fuori di essa.immutabili, eppure destinati a cambiare, agire e vivere.
Puniti dalla loro incapacita' a cedere.

Nella notte.